Goodnight è un progetto di prevenzione e limitazione dei rischi correlati all’uso e abuso di alcol e sostanze psicoattive tra i giovani e gli adulti nei luoghi di aggregazione informale e nei contesti del divertimento, che vuole favorire l’adozione di comportamenti autoprotettivi da parte dei consumatori. Il progetto si struttura attraverso interventi di sensibilizzazione, formazione e informazione: momenti informali nei luoghi dove si svolgono i percorsi di educativa di strada, punti informativi nei contesti del divertimento con distribuzione di kit e presidi sanitari gratuiti, allestimento di spazi di decompressione, incontri formativi con gruppi di adolescenti e giovani, educazione nelle scuole, formazione al personale delle forze dell’ordine e più in generale agli adulti che si relazionano con i ragazzi e le ragazze.
Attivo dal 2016, nel 2023 il Progetto è arrivato anche sul territorio dell’Ambito Valle Imagna Villa d’Almè dove ha messo in campo sia azioni di sensibilizzazione nei luoghi del divertimento che percorsi formativi di prevenzione rivolti sia ai giovani che agli adulti. 15 dei 20 Comuni che compongono l’Ambito Territoriale Sociale hanno formalmente aderito al progetto, in 6 di questi sono state sviluppate azioni concrete nel primo anno di progetto.
«Di questi temi si parla sempre poco, ma quello dei consumi è un aspetto centrale per i ragazzi ed estremamente presente anche sul territorio dell’Ambito. Quando parliamo di consumo non ci riferiamo solo alle sostanze psicoattive illegali, ma anche a quelle legali che si assumono anche quotidianamente e che potrebbero creare delle dipendenze.L’uso di alcol è ormai iper-normalizzato e diffuso, ma stiamo intercettando anche il consumo di sostanze psico-attive – spiega Carlo Fusari, Responsabile dell’Area Politiche Giovanili della Cooperativa Sociale Aeper che coordina il progetto -. Va interpretato più come un sintomo che come un problema: racconta la situazione di noia dei ragazzi e la mancanza di proposte, sia dal punto di vista delle sfide che li ingaggino che come idea di lavoro facile e alla portata di tutti se pensiamo allo spaccio. Per questo i ragazzi non vanno lasciati da soli ed è importante lavorare su tutti i livelli, sia quello della prevenzione che quello della consapevolezza».
Nella sua prima fase, nell’Ambito territoriale il progetto ha visto mettere in campo un lavoro di osservazione e raccolta dati su quello che accade nei luoghi di aggregazione dei giovani (e non solo) e delle abitudini di consumo, per arrivare poi a promuovere buoni e corretti stili di comportamento. «Oggi stiamo agendo in prevalenza in luoghi come parchi e strade o nelle sagre di paese, e non nei locali come invece accade in altri territori – racconta Ferdinando Borelli, operatore del servizio -. Di norma intercettiamo le persone attraverso dei quiz leggeri che indagano quanto ne sanno sulle sostanze, sull’alcol, sulla guida in stato di ebrezza. È un passaggio importantissimo perché ci permette di aprire un dialogo e informali sugli effetti di un eventuale uso e abuso delle sostanze, così che possano essere più consapevoli nel caso in cui scelgano di utilizzarle. Siamo poi sempre presenti con un infopoint dove è possibile reperire contenuti e informazioni ma anche fare la prova dell’etilometro prima di mettersi alla guida o porre i propri dubbi a personale preparato». In parallelo è stata condotta la formazione sia per i giovani che per gli adulti (educatori, catechisti, genitori, assistenti sociali) per costruire un modello di prevenzione adeguato al territorio, ai suoi bisogni e ai soggetti che lo abitano. «Abbiamo notato che i giovani tendenzialmente sono interessati, non respingono il contatto anche se avviene in maniera informale e se andiamo ad invadere il loro luogo di ritrovo del momento: in questo aiuta molto la strategia di ingaggio, che offre loro un’opportunità o attività per la serata e che diventa un momento che li unisce ancora di più – prosegue Borelli -. Ci siamo accorti che quando si parla di sostanze ne sanno parecchio e questo ci preoccupa: bisogna capire che informazioni stanno trovando, quali sono quelle veritiere e quali sbagliate. Sono ragazzi molto curiosi, chiedono, pongono domande e sono anche molto volenterosi: quando raccontiamo quello che facciamo ci chiedono se possono aiutarci; ci danno una lettura di quello che sta succedendo sui territori e sulle nuove modalità di consumo. Al contrario, durante le formazioni tendenzialmente incontriamo adulti abbastanza spaventati, poco consapevoli rispetto agli strumenti che potrebbero utilizzare ma che dopo i percorsi di formazione si sentono più sicuri rispetto a quello che potrebbero fare. Oggi fortunatamente all’interno delle scuole, grazie anche ai programmi validati scientificamente da ATS, ci sono tanti percorsi e programmi che supportano la comunità educante e che lavorano sulle competenze che i ragazzi dovrebbero sviluppare per essere più consapevoli nel momento in cui può arrivare la pressione del consumo».
Il progetto si rivolge principalmente a giovani tra i 16 e i 30 anni, ma non solo a loro, ed è promosso da diverse realtà sociali ed istituzionali della provincia di Bergamo. Per saperne di più visita il sito www.progettogoodnight.it.
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